Il tecnico dei Giovanissimi traccia un bilancio della prima parte di stagione elogiando la società.

Mister, siamo arrivati all’incirca a metà stagione, un resoconto su questa prima parte trascorsa?

“Per quanto riguarda la stagione posso dire che sono soddisfatto, ci siamo qualificati per le fasi regionali pur avendo nell’undici titolare diversi giocatori sotto età. Sicuramente potremmo avere qualche punto in più ma si sa che a quest’età si vive di alti e bassi… Anche i cadetti, l’altro gruppo di cui mi occupo, stanno crescendo molto sotto ogni punto di vista e per me rappresenta motivo di orgoglio”.

Prima che allenatore sei stato giocatore e anche di un certo livello, arrivando a vestire la maglia gialloblu della Fermana. Quali sono le principali differenze che noti tra voi giovani calciatori e i ragazzi che vi trovate ad allenare? Pensi che oggi sia più difficile per un giovane calciatore arrivare nel calcio che conta rispetto a qualche anno fa?

“A differenza di quando ero giocatore io, ora con la regola dei fuori quota è più facile mettersi in mostra ma è anche più facile bruciarsi e perdersi perchè manca la fame di arrivare che invece era una costante quando noi giocavamo. È una regola che ha i suoi pro e contro”.

Torniamo alla tua esperienza da calciatore. Qual è stato l’allenatore più importante per la tua carriera?

“Per me sarebbe facile dire Fabrizio Castori visto dove è arrivato però se devo sceglierne uno dico Giovanni Pagliari, è quello che mi ha lasciato di più dal punto di vista calcistico e umano”.

Come deve essere secondo te l’allenatore moderno? C’è qualche figura alla quale ti ispiri?

“Nella nostra società la compattezza tra gli allenatori è un fattore molto importante che ci permette di lavorare con progettualità e serietà. Non c’è qualcuno al quale mi ispiro, provo ad attingere al mio bagaglio personale che è abbastanza vasto e mi permette di sapere dove mettere le mani”.

Qual è l’obiettivo stagionale che vi siete posti?

“Il mio obiettivo personale è quello di lasciare qualcosa a livello umano prima che calcistico ad ogni ragazzo. Sono molto attento alle dinamiche di gruppo, un gruppo solido è alla base del successo. Il divertimento è una componente fondamentale e sicuramente le vittorie aiutano a divertirsi di più. È molto appagante lavorare con questi ragazzi a differenza di quanto si possa pensare. La nostra società lavora con serietà senza fare tanti proclami e stiamo raccogliendo tutti insieme i frutti di questa mentalità. Sono parecchi i giovani calciatori che abbiamo tirato fuori e questo non può essere che un grosso motivo di orgoglio”.

(Giulia Santarelli)